• interno
  • italia, milano 2001
  • progetto:
    luciano giorgi
  • fotografo: tommaso sartori

l’esterno ha le caratteristiche di uno stabile milanese degli anni’30, l’affaccio guarda a un viale ampio con doppia fila di alberi, la luce entra , abbagliante, nel corso dell’intera giornata. il progetto di ristrutturazione dell’architetto luciano giorgi sorprende per la risolutezza con cui è stata modificata la disposizione interna dello spazio, poco meno di 80 mq, per l’equilibrio dei volumi e per la sensibilità dei materiali. non pochi, questi ultimi, se si pensa che li si abbraccia quasi tutti in un unico colpo d’occhio: l’ardesia solida e morbida, il vetro che diventa elemento illuminante, l’acciaio dei mobili della cucina, la pelle di vacchetta che ricopre la porta di ingresso, la vigogna grigia che riveste quella che accede alla camera da letto, l’acero canadese del pavimento e l’abete povero dell’armadio-dispensa che ha l’aspetto di una grande cassa da imballo.disegnato per una vita a due, l’appartamento è stato ripensato a partire da un budget non elevato, elemento che, anziché limitare, sembra aver favorito un gioco di condensazione, semplice e poetico allo stesso tempo. dalla porta d’ingresso si entra direttamente nella cucina-pranzo, sulla quale si affaccia il soggiorno. lo spazio aperto è dominato da un parallelepipedo in ardesia contenente il piano cottura, sormontato da una lastra in vetro sabbiato. lungo la parete, la stessa pietra scura disegna una lunga mensola che include i lavandini, ospita i volumi inox della cucina, e diventa piano d’appoggio davanti al vecchio tavolo olandese riservato al pranzo. e ancora, con un senso di continuità, il medesimo piano di pietra ligure diventa lavabo nella stanza da bagno attigua, divisa in due porzioni. i doppi servizi sono separati dalla vasca da bagno posizionata trasversalmente e accessibili l’uno dalla zona d’ingresso, l’altro dalla camera da letto. quest’ultima, uno spazio di dimensioni ridotte, ha pareti scarne in intonaco grezzo; elemento che diventa, in questo contesto, una finitura preziosa e contrasta con il calore della vigogna scura della porta, che sembra voler proteggere il luogo riservato al relax e al riposo. lo spirito severo del progetto viene stemperato dalle dimensioni ridotte dell’ambiente: tutto accade in uno spazio concentrato, nel quale i volumi si sovrappongono ciascuno mantenendo la propria individualità e tutti insieme componendosi in un gioco di grande efficacia.

chiara dal canto, “solo 80 mq” in d di repubblica n° 195, 4 aprile 2000