• casa p
  • italia, milano
  • progetto:
    luciano giorgi
  • collaboratori: alberto scorletti fotografo: tommaso sartori

l’edificio, che si distingue per rigore ed eleganza, è tra i più amati dagli architetti milanesi.
di 4 piani fuori terra oltre ad un piano attico ed un seminterrato, è stato costruito tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70 su progetto dell’architetto jan andrea battistoni, la cui ricerca ritengo essere della medesima portata di quella di architetti più noti milanesi quali angelo mangiarotti o caccia dominioni.
suddiviso ,al piano interrato e piano rialzato, in piccole metrature destinate a laboratori ed uffici, ai piani superiori è costituito da ampi appartamenti con superfici che vanno dai 130 ai 300 mq ciascuno. situato nel centro della città è affacciato su una piazza/giardino fitta di alti alberi che lo schermano dalla strada principale.
la sua peculiarità principale è sicuramente data dal progetto dell’involucro, in cui si ribaltano le abituali proporzioni tra i pieni ed i vuoti:
la struttura tradizionale, in solette di cemento armato “esagerate” negli aggetti, separa il basamento esterno dei piani bassi, rivestito in marmo botticino (lo stesso marmo utilizzato, senza soluzione di continuità, per ingresso, vani scala e pavimentazioni interne agli appartamenti ) da un sistema di facciata più flessibile ai piani alti, in cui tamponamenti in intonaco grigio/azzurri, si avvicendano a serramenti o ad appena accennati bow-window realizzati in un douglas elegantemente annerito dagli anni (lo stesso che ritroviamo nei pavimenti delle zone notte).
questa caratteristica della facciata ai piani residenziali permette agli appartamenti di aprire totalmente sull’esterno gli ambienti rivolti verso la piazza/giardino.
l’appartamento qui descritto, ai piani alti dell’edificio, gode di un affaccio privilegiato sul giardino a mezzo di ampie vetrate, “immergendo” tra le fronde degli alberi il grande ambiente giorno oltre ad un’ampia camera da letto.
il progetto di interni , qui quasi adagiato sulla pre-esistenza, è stato finalizzato alla pragmatica costruzione di spazi neutri ma di carattere, soprattutto per dare modo al padrone di casa di esprimere la propria personalità attraverso allestimenti di arredi ed arte.
il chiarissimo impianto distributivo a doppi corridoi (principale e di servizio) affiancati che distribuisce ai vari ambienti è stato conservato. due ambienti sono stati riuniti per creare una zona giorno più ampia, di una dimensione quasi aulica, questo per consentire di ricevere più persone ed in maggior libertà.
tutti i pavimenti della casa sono “riemersi” a seguito della rimozione di un rivestimento in moquette, reminiscenza di un intervento della fine degli anni ’80. per eliminare la colla della moquette dai pavimenti in marmo botticino è stata effettuata una levigatura ed, a seguire, una ceratura, con un eccellente risultato. per porte e finestre un restauro quasi filologico. fatta eccezione per le porte interne della cucina e per i restanti ambienti affacciati sui corridoi di servizio, in cui le porti erano e restano verniciate smaltate, negli altri casi (ovvero tutte le finestre e le altre porte porte interne) sono state sverniciate e riportate alla finitura originale in douglas brunito da un trattamento con cere naturali.
per le due stanze da bagno (che erano state rifatte in un intervento datato fine anni ’80) neri e smalti. rifacimento totale in un confronto vis a vis tra i neri lucidi dell’opalino (ormai difficile da recuperare) con i neri opachi e materici dell’ardesia, affiancati a grandi superfici riflettenti, cercando cosi di ricostruire le tessere mancanti di un puzzle ad incastro perfetto considerati gli anni di costruzione dell’edificio.
cosi in cucina, utilizzando mobili in laccato lucido al poliestere color cioccolato che dialogano con il vecchio pavimento di gres color torba. il tavolo tondo di borsani per tecno cosi come le cherner chair “chiudono il cerchio”.
le scelte cromatiche_eliminato dalla palette dei colori scelti il bianco assoluto, abbiamo utilizzato colori in forma di tempere e smalti che miscelano i marroni ai grigi e i marroni ai neri, in versioni che vanno dall’opaco al satin. in generale_ i colori si fanno più scuri la dove il “contatto” con l’esterno si fa più presente. affacciarsi su un giardino da un ambiente scuro crea un rapporto tra interno ed esterno più sensuale. con questa regola l’ambiente più chiaro di questa scala cromatica è il corridoio prospiciente l'ingresso, di un beige-grigio. a seguire il living, di un grigio deciso, affacciato con uno dei suoi lati lunghi sul giardino. proseguendo verso la zona notte, il grigio/marrone rende tutto più cupo, spariscono i contorni di porte e cornici, questo per evidenziare il carattere più privato di questi ambienti.