• loft in brera
  • milano 2011
  • progetto:
    luciano giorgi
  • collaboratori: andrea rubini alberto scorletti fotografo: tommaso sartori

A Milano, un appartamento nel cuore di Brera

A dispetto degli inevitabili cambiamenti subiti negli ultimi decenni il quartiere di Brera, pur non essendo più un quartiere in cui proliferano attività artigianali più o meno creative (ed i negozi specializzati in articoli da disegno hanno lasciato i loro spazi alle gallerie di vintage e antiquariato cosi come ai marchi di moda) tantomeno il salotto della cultura intellettuale e artistica della città come fu in passato, grazie forse alla morfologia del suo impianto urbano e alle caratteristiche tipologie architettoniche presenti, oltre che alle emergenze architettoniche (Accademia di Brera in primis e Teatro alla Scala che sta dietro l’angolo…), resta, certamente, uno dei quartieri milanesi di maggior identità.

L’appartamento in oggetto, ritagliato in un silenziosissimo cortile di un edificio a ringhiera, nato certamente con una destinazione artigianale-industriale, successivamente si è poi trasformato a varie funzioni tra cui tipografia: una lunga/breve storia che salva, dalla prima stesura del progetto sino ad oggi, una pianta disegnata da spessi muri con ambienti costruiti attorno ad uno spazio sovrapposto ad un grande lucernario di sapore ottocentesco, quasi “eiffeliano”, come un alto cappello realizzato in ferro e vetro che illumina gli ambienti, di-segnando con forza l’interno dello spazio. L’ultima recentissima trasformazione voluta da una coppia di collezionisti d’arte che vive lontano dalla città, ha eliminato ogni superfetazione, lasciando ai soli muri portanti e ad una scenografia di importanti elementi d’arredo di scala architettonica il compito di tenere separati gli spazi, restituendo così maggior fluidità all’interno. Un nuovo pavimento in legno, realizzato in tavole di rovere di enorme formato (spesso arrivano ad 8 metri di lunghezza), ha venature sinuose che accompagnano in tutti gli ambienti e anfratti della casa. Le pareti, tutte di un candido color gesso, abbagliano anche grazie al riflesso dato dalla luce zenitale. Una ristrutturazione ultra tecnologica sul piano dei sistemi di sicurezza, dove più tipologie di illuminazione si sovrappongono nell’intento di realizzare differenti percezioni dello spazio e appena entrati, aperta la grande porta vetrata gemella del lucernario, superata la soglia in nero africa bocciardato e acidato, la luce arriva dall’alto; spalle al cortile, ci si trova di fronte ad una lunga parete di libri d’arte, meticolosamente raccolti dentro ad una scaffalatura realizzata in legno carbonizzato. A destra si accede alla cucina, abitabile e imteramente in acciaio, a sinistra un acrossage a parete di sculture ceramiche colorate (sono gli appendiabiti di Casa Cattaneo realizzata da Carlo Mollino nel 1952 sul Lago Maggiore) fa da segnale al percorso principale. Ed eccoci nel cuore della casa, la prima sala, pranzo/studio, sottoposta al grande lucernario, è quasi impossibile da misurare in altezza. L’arredo, scarno, è fatto di pochi pezzi scelti con grande cura, in cui nulla è lasciato al caso. Uno spazio arredato per un doppio utilizzo: studio/sala da pranzo. Un grande tavolo di Todd Bracher (produzione Fritz Hansen) è stato rimodellato da un piano in legno e cuoio realizzato su disegno. Tutte intorno le sedie Luisa di Franco Albini (riedizione Cassina) rivestite di un panno di lana blu poggiano sui tappeti della serie Tapizoo di Gabetti&Isola realizzati nel 1970 per gli alloggi dell’Unità Residenziale Ovest Olivetti ad Ivrea. A parete una selezione di opere d’arte moderna prevalentemente italiane (tra queste opere di Fausto Melotti e di Lucio Fontana), ma anche pezzi contemporanei di Kelley Walker e di Anselm Kiefer. I piccoli disegni futuristi sono di Balla e Depero, mentre da soffitto, in sospensione, un pianeta di Eliseo Mattiacci.

A lato, la grande sala pranzo/studio dialoga con un ambiente salotto la cui vista risulta coperta a tratti da una quinta di pilastri.
L’ambiente è delimitato nell’uso ai lati da due colonne preesistenti, realizzate in fusione di ghisa tipiche del primo periodo industriale, smaltate color crema. A soffitto restano scoperte le travi strutturali del solaio soprastante realizzato in legno e laterizio.
Il grande salotto è disegnato come un classico spazio di conversazione perimetrato da un bianco tappeto sardo realizzato a telaio, nel mezzo il grande sofa Fortuny customizzato da Axel Vervoordt (Anversa) di fronte al tavolino di Pierre Charpin della galleria Kreo (Parigi). Sulla sinistra il divano Mex cube di Piero Lissoni (produzione Cassina) rivestito in velluto Pierre Frey, dall’altra parte due poltrone originali Tre Pezzi di Franco Albini prodotte da Poggi nel 1958. I tavoli in grigio carnico sono gli Eros di Angelo Mangiarotti nella riedizione di Agapecasa, le lampade con base in marmo statuario di Paul Nelson hanno paralumi realizzati espressamente per questo progetto in cotone e sughero da Servomuto. I piccoli tavolini sono di Piero Fornasetti e di Osvaldo Borsani. A parete al centro un grande metallo di Fausto Melotti, due sicofoil degli anni ’70 di Carla Accardi, a sinistra una scultura in legno in legno appesa di Pietro Consagra, una scultura a pavimento di Giacomo Balla, a destra due opere di Arman, tra cui Hommage à Y. Klein, 1975 tubetti di colore inclusi in poliestere e sotto plexiglas, a terra Metallo Rosso “costruzione” del 1953 di Ettore Colla. Sul podio una terracotta smaltata della fine anni ‘60 di Pietro Consagra. Sulle colonne opera di Giulio Paolini e collage in stoffa di Marca-Relli; sul divano a sinistra il cuscino con ricamo è un omaggio a Giacomo Balla di Riccardo Beretta. In salotto impossibile non citare il mobile bar a scomparsa, realizzato su disegno, su precisa richiesta della padrona di casa, rivestito all’interno di un laminato lucido e retroilluminato, prende spunto dalle installazioni cinetiche degli artisti italiani attivi negli anni ’60. Verso la zona notte in corridoio sul mobile in acciaio inox realizzato su disegno la lampada Patroclo di Gae Aulenti sviluppa un gioco di luce e ombra optical che si sposa con l’opera Oggetto ottico dinamico di Dadamaino (1961).

Nella suite

Una colonna in granito con capitello in beola grigia a piattabanda di un mezzo arco regge il soffitto parzialmente coperto dalla nuova controsoffittatura.
Dalla camera da letto si accede ad una stanza da bagno ed un guardaroba celati da arredi scorrevoli color gesso, gli arredi in legno di acero degli anni ‘40 sono stati disegnati da Alberto Camenzind per una villa in Canton Ticino (CH). Le lampade sui comodini sono le Monachella di Caccia Dominioni (di Azucena).
Sullo scrittoio lampada AM/AS di Franco Albini (Sirrah).
Le opere installate sono ritratti: un gouache su carta di Francis Picabia, ed un grande ritratto fotografico di Craigie Horsfield.

Il risultato è una casa di passaggio in cui poter ricevere amici o, diversamente, in cui poter lavorare in grande libertà e comfort, circondati e protetti da una collezione d’arte se pur distanti da oggetti di affezione...

In Milan, an apartment in the heart of Brera

Despite of inevitable changes of recent decades in Brera district, although no longer a district in which proliferate more or less creative craft activities (and shops specialized in arts & Kraft items left their spaces to vintage and antiques galleries as well as the trademarks of fashion) nor the meeting of the intellectual and artistic culture of the city as it was in the past, perhaps due to the morphology of its urban structure and the characteristics of structures present, in addition to the important buildings (first of all the Brera Academy and Teatro alla Scala around the corner), in my opinion remains one of Milan’s most identified districts.

The apartment, cut out inside a quiet courtyard of a railing building, is certainly born with a craft-industrial destination, later turned into small printing press: a long/short story saves, from the first draft of the project to the end, a plan designed by thick walls with rooms built around a space superimposed on a large nineteenth-century skylight, almost “eiffelian”, as a tall hat made of iron and glass that illuminates the environments and strongly marks the interior space. The last transformation in a space for a couple of art collectors who live far from the city, has eliminated all the superfluous things, leaving only the supporting walls and a backdrop of important furnishing elements the task to separate the spaces, thus returning greater fluidity inside. A new wooden floor, made of huge size oak boards (until 8 meters long), it has sinuous veneering that covers the entire surface of the house. The walls, all colored in white plaster, dazzle thanks to the reflection given by a Zenithal light. It is an ultra technological reconstruction in terms of security system and multiple types of lighting overlaps in order to create different perceptions of the space. Opening the big twin door, exceeded the black africa bush-hammered and etched threshold, the light comes from above; back to the yard, we are faced with a long wall of art books, meticulously collected inside a rack made of charred wood. The eat-in kitchen is on the right, entirely made of steel, furnished with a simple Sarinen white table surrounded with four Campi & Graffi teak chairs designed in the 50es. Opposite the kitchen an wall installation of colorful pottery hangers designed for Casa Cattaneo by Carlo Mollino in 1952 on Maggiore Lake) serves as the main signal path that leeds us to the heart of the house. The dining room/study, submitted under the large skylight, it is almost impossible to measure in height. The decor is made of a few pieces chosen with great attention, in which nothing is left to chance. A large table by Todd Bracher (Fritz Hansen production) has been redesigned and personalized with a new table top made of leather . Around the table Luisa chairs by Franco Albini produced by Cassina resting on the Tapizoo carpets designed by Gabetti&Isola in 1970. On the walls a selection of mainly Italian modern art works (among them works by Fausto Melotti and Lucio Fontana), but also contemporary pieces such as a Kelley Walker gold metal sculpture and an Anselm Kiefer painting. Small futuristic drawings are by Balla and Depero’s, while from the ceiling, suspended, falls a “planet” of Eliseo Mattiacci.

The large dining/study room communicates with a lounge environment where the view is sometimes covered by a backdrop of pillars.

The environment is bounded on the sides by using two columns, made of cast iron typical of the early industrial age, colored-cream glazed. The structural beams above the ceiling remain uncovered the floor made of wood and brick.

The large living room is designed as a classic conversation area bounded by a white hand made Sardinian carpet, against the wall centrally placed a big sofa by Axel Vervoordt (Antwerp) Fortuny customized, a Pierre Charpin coffee table from Kreo gallery (Paris) in placed just in front. . On the left there is the Mex cube sofa by Piero Lissoni (Cassina production) covered in Pierre Frey velvet, opposite on the right hand side two original armchairs Tre pezzi by Franco Albini produced by Poggi in 1958. The gray side tables are the Eros designed by Angelo Mangiarotti from Agapecasa’s new edition, the lamps with white marble base is by Paul Nelson with lampshades made expressly for this project in cotton and cork from Servomuto. The small tables are designed by Piero Fornasetti and Osvaldo Borsani. Centered on the wall there is a large metal work by Fausto Melotti, two sicofoils done in the 70es by Carla Accardi, on the left a hanging sculpture by Pietro Consagra, on the floor a standing sculpture by Giacomo Balla, on the right two works by Arman, including Hommage à Y. Klein, 1975 tubes of paint in polyester under plexiglas, on the floor Red Metal “costruzione” by Ettore Colla made in 1953. On the podium a terracotta by Pietro Consagra. On the columns an artwork of the late 60es by Giulio Paolini and a collage by Marca-Relli; on the couch the pillow with embroidery is an homage to Giacomo Balla from Riccardo Beretta. In the living room it’s impossible not to mention the retractable-bar furniture, made site specific for the owner: veneered in a shiny backlit laminate, inspired by kinetic installations of the 60es. In the corridor towards the sleeping area on the stainless steel custom made furniture, the Patroclus Lamp design by Gae Aulenti develops an optical play of light and shadow that matches with the Dynamic optical object by Dadamaino (1961).

Into the suite

A granite column with capitals in gray gneiss under an half-arch holds up the ceiling partially covered by the new false-ceiling.

From the bedroom there is the access to a bathroom and a closet, both hidden behind chalk-colored sliding doors; the maple wood console table of the 1940es designed by Alberto Camenzind for a Villa in Ticino Switzerland. The bed side lamps Monachella designed by Caccia Dominioni (Azucena).
On the desk AM/AS lamp Franco Albini (Sirrah).
On the walls a portraits by Francis Picabia, and a large photograph by Craigie Horsfield.

The result is a house where to receive friends and work comfortably in freedom, surrounded and protected by an art collection though distant from objects of affection...